Le uve di Capodanno: l’origine della tradizione

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Instituto Hispánico de Murcia - Le uve di Capodanno: l’origine della tradizione

La tradizione di mangiare dodici uve quando la campana segna la mezzanotte la notte di Capodanno è una delle usanze più amate e attese in Spagna.

Ti sei mai chiesto come è nata questa tradizione?

Ogni uva rappresenta un desiderio per ciascuno dei dodici mesi dell’anno a venire, e si crede che questa pratica porti fortuna e prosperità.

Oggi vi raccontiamo tutta la storia dell’origine delle uve di Capodanno e come questa tradizione si sia diffusa in altri paesi.

Origine storica delle uve di Capodanno

Anche se molti credono che la tradizione delle uve sia iniziata nel 1909 come una strategia degli agricoltori di Alicante e Murcia per vendere l’eccedenza di un buon raccolto, la verità è che la storia è molto più antica. Sebbene sia vero che nel 1909 fu lanciata una grande campagna per popolarizzare questa usanza, già nel XIX secolo la tradizione di mangiare le uve al suono delle campane di Capodanno era conosciuta in alcune zone della Spagna, soprattutto a Madrid.

Il primo documento scritto che conferma questa usanza risale al 1897, quando la stampa madrilena menzionò che «è una tradizione madrilena mangiare dodici uve al suono delle dodici ore del orologio che separa l’anno che sta per finire da quello che sta per iniziare». Ciò indica che, almeno dal 1896, la tradizione delle uve veniva celebrata nella capitale spagnola, ed è molto probabile che qualche anno prima fosse già diffusa.

L’espansione dell’abitudine

L’origine della tradizione delle uve di Capodanno ha una connessione interessante con un evento che accadde a Madrid alla fine del XIX secolo. Nel 1882, il sindaco della città, José Abascal y Carredano, impose una tassa su tutte le persone che volevano uscire per accogliere i Re Magi la notte del 5 gennaio.

Questa misura suscitò qualche malcontento, ma allo stesso tempo contribuì a rendere popolare l’usanza di celebrare l’arrivo dei Re in modo diverso. Col passare del tempo, la tradizione delle uve iniziò a farsi strada, soprattutto a Madrid, dove i commercianti cominciarono a pubblicizzare le “uve della fortuna” nel 1897.

Fu in quel momento che gli agricoltori della regione levantina, in particolare quelli di Alicante e Murcia, approfittarono dell’eccedenza di uve prodotte nel 1909 grazie a un’ottima vendemmia. Decisero di avviare una campagna per promuovere l’usanza di mangiare dodici uve a Capodanno, con l’obiettivo di vendere i loro prodotti. Così, poco a poco, la tradizione delle uve di Capodanno si diffuse in tutto il paese.

Il simbolismo delle uve

Il simbolismo delle uve di Capodanno è affascinante. Ogni uva rappresenta un desiderio o proposito per ciascuno dei dodici mesi dell’anno. Mangiarle al ritmo delle campanate si crede porti buona fortuna per ogni mese.

La tradizione sostiene che, se si riescono a mangiare tutte le uve senza soffocare, si attireranno prosperità e felicità nel nuovo anno. Tuttavia, bisogna fare attenzione: la superstizione avverte anche che cercare di mangiare tutte le uve troppo velocemente potrebbe portare sfortuna… e un bel soffocamento!

In questo modo, le uve non sono solo un frutto delizioso, ma diventano il centro di una tradizione piena di simbolismo, speranza e buoni desideri per il futuro. Ogni campanella segna il passaggio di un mese, e con ogni uva mangiata, si invia un desiderio per il mese che sta per arrivare. Questo rituale trasforma la notte di Capodanno in un momento magico, pieno di emozione e, soprattutto, di speranza per ciò che verrà.

 

Nochevieja uvas
Fuente: Lecturas

La coltivazione e la selezione dell’uva

La coltivazione delle uve di Capodanno è una pratica realizzata in modo molto speciale in alcune regioni della Spagna, principalmente ad Alicante e Murcia. Le uve destinate a questo rituale vengono selezionate con molta attenzione, poiché si cerca che abbiano una pelle più sottile per facilitare il consumo rapido durante le campanate. Inoltre, le varietà di uve scelte sono solitamente dolci e morbide, in modo che siano più piacevoli al palato e possano essere mangiate facilmente in quel momento così speciale.

Questo processo di selezione e coltivazione è orientato a garantire che le uve siano perfette per la tradizione di Capodanno. In questo modo, gli agricoltori levantini si assicurano che le uve soddisfino gli standard necessari per essere consumate da migliaia di persone in tutta la Spagna e in altri paesi di lingua spagnola.

Una tradizione spagnola che si espande globalmente

Le uve di Capodanno non sono solo una tradizione spagnola, ma sono state esportate in molti paesi di lingua spagnola, come il Messico, il Venezuela, l’Argentina, l’Ecuador, il Perù, il Cile e la Colombia. In tutti questi luoghi, la tradizione di mangiare dodici uve al ritmo delle campanate è popolare quanto in Spagna e viene celebrata con grande entusiasmo. Tuttavia, fuori dal mondo ispanico, le uve di Capodanno sono praticamente sconosciute, e in molti paesi non esiste una tradizione simile.

In alcuni luoghi, come negli Stati Uniti, le celebrazioni di Capodanno si concentrano su altri elementi, come la famosa discesa della palla a Times Square. Sebbene la festività sia altrettanto gioiosa, non viene celebrata con le stesse tradizioni che in Spagna. In Italia, ad esempio, la tradizione di Capodanno è molto diversa: invece delle uve, si mangia un piatto di minestra di lenticchie, un piatto che ha origine a Roma e che è associato alla speranza di attrarre prosperità per il nuovo anno.

Più di una tradizione

Le uve di Capodanno sono molto più di una semplice tradizione: rappresentano la speranza, la prosperità e l’unione familiare e sociale che caratterizzano la festività. Sebbene la loro origine risalga alla fine del XIX secolo, l’usanza di mangiare dodici uve al ritmo delle campanate è sopravvissuta fino ad oggi, diventando un simbolo della cultura spagnola che è stato adottato da molti paesi di lingua spagnola.

 

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SCRITTO DA Esther Ato

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